Il saggio indaga l'apporto fornito dalla drammaturgia di Tirso de Molina al mito di Don Giovanni. Questo, infatti, metabolizza e consegna ai posteri, un'invenzione dell'autore spagnolo che, sostituendo al tipo dell'incredulo blasfemo quello del libertino edonista e gioioso, narra la storia d'una punizione che ha per oggetto la libido e per strumento il mondo dei morti. Situazione narrativa che richiede ai successivi rifacimenti della storia di stabilire fra libido e pena una colpa ulteriore che connoti negativamente la prima e giustifichi la seconda. In Tirso, la colpa che impefisce a Don Giovanni di accedere alla grazia del perdono è la continuità dei peccati che configura un peccato ulteriore, il più grave di tutti: il misconoscimento del...